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Il Teatro Stabile Di Bolzano: 50 Anni di Spettacoli

 

BREVE STORIA DEL TEATRO STABILE DI BOLZANO

Il Teatro Stabile di Bolzano nasce nell'autunno del 1950. E' il secondo teatro italiano a gestione pubblica, preceduto dal Piccolo di Milano che Giorgio Strehler e Paolo Grassi attivano nel 1947. 
La storia del Teatro Stabile di Bolzano è fortemente legata alle figure dei quattro direttori che si sono susseguiti nel corso di questi 50 anni.

Fantasio Piccoli (1950-1966)

In un clima culturale dominato dall'impulso riformistico delle strutture teatrali del dopoguerra, logore nell'organizzazione e nel repertorio, Fantasio Piccoli, milanese poco più che trentenne, è nominato direttore dello Stabile bolzanino. Nel 1947 Piccoli aveva fondato il Carrozzone, una forma di spettacolo itinerante ispirata alla Barraca di Garcia Lorca. Con lui opera un gruppo di giovani attori, che poi forma il nucleo della prima compagnia bolzanina. Alcuni di loro, e altri scritturati durante i quindici anni di attività nel capoluogo altoatesino, scrivono pagine importanti dello spettacolo italiano: Romolo Valli, Valentina Fortunato, Adriana Asti, Franca Rame, Giulio Brogi e Mariangela Melato. Questo fiuto di "talent scout" rimane un tratto peculiare del lavoro teatrale di Piccoli. Come regista rifiutava la lezione del naturalismo, cercava nella stilizzazione scenografica e nell'essenzialità gestuale le forme di una recitazione curata fino al puntiglio che accordava alla parola un valore scenico assoluto. Il repertorio della compagnia spazia dal classico (Plauto, Shakespeare, Goethe, Goldoni) alle novità italiane (Terron, Biagi, Bompiani), al teatro straniero (Cechov, Claudel, Anouilh). Tra gli spettacoli di successo ricordiamo "Miles gloriosus" di Plauto, "Faust I" di Goethe e "Piccola città" di Wilder. Incompatibilità artistiche determinarono nel 1966 le dimissioni di Piccoli dalla direzione dello Stabile. Terminava un'esperienza comunque positiva: nel lungo periodo di attività era riuscito sia a creare un pubblico attento e affezionato che ad ottenere un certo prestigio nazionale. Gli succedono due attori famosi quali Renzo Ricci (1966-67) e Renzo Giovampietro (1967-68). Sono, questi, anni di grande instabilità.

Maurizio Scaparro (1969–1975)

Nel 1969 la gestione dello Stabile è affidata a Maurizio Scaparro, già apprezzato direttore dello Stabile di Bologna per tre stagioni, poi regista alla guida della compagnia del Teatro Indipendente, che interpretò il mandato come "sfida" alla grave crisi che stava colpendo il teatro a gestione pubblica in tutta Italia. Scaparro affermò il principio del teatro come servizio pubblico con il preciso scopo politico e culturale di aderire alle esigenze della comunità multietnica del territorio e di garantire a questo "Teatro di frontiera" presenza attiva nelle piazze nazionali. I cinque anni della sua direzione rilanciano l'attività produttiva e si caratterizzano per un repertorio di "impegno politico" basato sulla ricerca di un teatro nazional-popolare (con "Chicchignola" di Petrolini, protagonista Mario Scaccia e "Giorni di lotta con Di Vittorio" di Saporano con Pino Micol e Giustino Durano) e sulla rilettura dei classici. "Amleto" di Shakespeare viene replicato quasi trecento volte, con un protagonista giovane, Micol, memorabile interprete del dissidio tra realtà e illusioni, individuo e potere. Con questi e altri spettacoli lo Stabile si radica nel tessuto culturale della regione e rafforza la sua presenza sul mercato e nella politica teatrale nazionali. I problemi cronici dello Stabile (mancanza di un'adeguata sede teatrale, difficoltà amministrative e carenze finanziarie), oltre a mettere in discussione l'esistenza dello stesso ente, portarono alle dimissioni di Scaparro.

Ascolta un monologo di Pino Micol tratto dall' "Amleto" di W. Shakespeare.
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Alessandro Fersen (1975-1979) 

Gli subentra Alessandro Fersen, teorico del teatro gestuale, corporeo, seguace del pensiero di Grotowski e vicino alle formazioni di avanguardia americana. Fersen guida lo Stabile dal 1975 al '79 e produce spettacoli corali come "Leviathan", "Fuenteovejuna" di Lope de Vega, "La Fantesca" di Della Porta con Antonio Salines e Carola Stagnaro, che dimostrano le difficoltà di aderenza del modello del "teatro totale" con la politica culturale di un teatro a gestione pubblica.

Marco Bernardi (1980-2000) 

Sfiorata la chiusura dal 1980 al '92 lo Stabile svolge la propria attività sotto la gestione commissariale di Carlo Corazzola che affida a Marco Bernardi, giovane regista già assistente di Scaparro, la nomina di direttore artistico, incarico ricoperto tuttora. Bernardi affronta con attenzione i problemi organizzativi e imprenditoriali ed elabora una programmazione culturale indirizzata alle forze creative del territorio, attenta alla sensibilità del pubblico e alla valorizzazione della produzione degli spettacoli rivolti alla scuola. Lo Stabile registra un riassestamento del bilancio e una notevole crescita di pubblico (può contare ormai su un consolidato di 120.000 spettatori a stagione). Sostenitore del "teatro di parola", Bernardi inserisce le proprie produzioni all'interno di organici progetti tematici, come quello dedicato alle opere giovanili di Shakespeare e al rapporto tra cinema e teatro ("Coltelli" di Cassavetes in prima europea, "Anni di piombo" della von Trotta e "Provaci ancora Sam" di Allen in prima nazionale), oppure all'attenzione della nuova drammaturgia italiana e tedesca (Cavosi, Sbragia, Giorgi, Fassbinder, Bernhard, Süskind, tra gli autori presentati), all'analisi del teatro del Settecento ("Barbiere di Siviglia" di Beaumarchais, "La Locandiera" di Goldoni, che sarà replicata trecento volte con l'interpretazione di Patrizia Milani e Carlo Simoni), oppure il progetto interdisciplinare e multimediale dedicato al mito di Medea.
Bernardi ha chiamato a sé in questi anni un gruppo di artisti estremamente significativo (da Corrado Pani a Gianni Galavotti, da Tino Schirinzi a Giustino Durano, da Renzo Palmer a Gianrico Tedeschi, da Gisbert Jäkel a Roberto Banci, da Antonio Salines a Franco Maurina, fino ai già citati Milani e Simoni), che ha dato vita ad alcuni degli spettacoli importanti del teatro italiano degli anni '80 e '90.
Dal 1992 lo Stabile ha ottenuto uno Statuto definitivo concesso dallo Stato in cui il Socio Fondatore storico, il Comune di Bolzano, è affiancato dall'altro Socio Fondatore, la Provincia Autonoma di Bolzano. Questo Statuto ha dato certezze di continuità e di finanziamento all'importante istituzione culturale che si avvia a festeggiare nell'autunno del 2000 i cinquant'anni di attività. Ora, con l'apertura del Nuovo Teatro Comunale progettato da Marco Zanuso (inaugurato il 9.9.1999), il Teatro Stabile può guardare al terzo millennio con sguardo sereno e rinnovata creatività.

Ascolta un monologo di Patrizia Milani tratto da "La Locandiera" di Carlo Goldoni

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Info: Ufficio Cultura tel. 0471/41.12.30, fax 0471/41.12.39,
e-mail: cristina.costa@provincia.bz.it