Le vie commerciali europee tra Quattro e Cinquecento


Nel primo Cinquecento Venezia è ancora il maggior porto commerciale del mondo. Convogli di navi, dette mude, con le merci dall’Oriente e dall’Africa partivano e arrivano due volte all’anno, all’inizio dell’inverno e nel mese di luglio. Nel Cinquecento erano sei le rotte che collegavano le galere mercantili veneziane ai principali centri commerciali europei e africani: la Romania, la Siria, Alessandria in Egitto, le Fiandre, la Spagna con scali in porti italiani (Napoli-Pisa) e in Francia, mentre la sesta rotta toccava i porti dell’Africa occidentale.

Il ritmo di navigazione costituì un punto di riferimento per gli scambi e per i listini dei prezzi dei principali porti sia del mediterraneo che dell’Europa atlantica. Venezia importava dall’Oriente e riesportava in tutta Europa costituendo, tra Quattro e Cinquecento, il centro di un’economia mondiale e non solo italiana. Oltre a Venezia i centri economici d’Europa si trovavano nelle città di Milano, Firenze e Genova, anche se il baricentro del commercio si andavano spostando, dopo la scoperta dell’America, verso l’Europa del Nord. Queste città alimentavano soprattutto traffici internazionali, vendendo i loro prodotti sulle piazze di tutta Europa.

E’ proprio l’esigenza di scambiare le merci, che porta allo sviluppo delle fiere e dei centri fieristici, luoghi dove i mercanti di diversa provenienza potevano regolarmente e liberamente comprare e vendere i propri prodotti.