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Contro la terra rapinata: evento con la cooperazione allo sviluppo

La corsa ad accaparrarsi la terra ieri al centro della Giornata della cooperazione allo sviluppo con studenti e relatori: violazioni ma anche segni di speranza. La Giornata della cooperazione allo sviluppo 2017 è stata promossa dall’Ufficio provinciale Affari di gabinetto con le organizzazioni locali.

Molto seguito il seminario pomeridiano di storytelling dedicato ai rappresentanti delle organizzazioni

La manifestazione "Land grabbing. Le terre rapinate nel Sud globale" si è snodata attraverso conferenze, eventi e incontri per tutta la giornata di ieri all’Eurac di Bolzano e si è chiusa in serata con la conferenza internazionale. Il vicepresidente della Provincia Richard Theiner si è soffermato sui motivi che fanno ben sperare, come il commercio equo che offre al consumatore la possibilità di dare il suo contributo per i diritti di piccoli contadini e produttori. Segnale di cambiamento, è stato ricordato durante i lavori, è anche la sentenza storica con cui quest’anno la Corte Africana ha stabilito che il governo del Kenya ha violato i diritti degli Ogiek, tribù di cacciatori e raccoglitori, sfrattandoli dalle loro terre ancestrali. Gli Ogiek avevano citato in giudizio il governo e il tribunale ha dato loro ragione riconoscendone i diritti territoriali. La cooperazione allo sviluppo altoatesina sostiene dal 2015 attraverso l’associazione Ethnorema progetti agricoli a favore della minoranza Ogiek.

Ai lavori sono intervenuti Annalisa Mauro e Alain Christian Essimi Biloa, rappresentanti della International Land Coalition, organizzazione che promuove l’accesso sicuro alle terre e sostiene attivisti in tutta l’Africa sub-sahariana che si oppongono al land grabbing, Oliver Schönweger, altoatesino che lavora come consulente del governo etiope per promuovere investimenti agrari sostenibili e per tutelare i diritti territoriali, Luca Palagi di CTM Altromercato, Michele Klaus Vollaro, inviato della Rivista “Africa e Affari”. Dagli interventi sono emerse tra l’altro le gravi violazioni di diritti umani, singoli e collettivi, la differenza tra landgrabbing e investimento (ogni investimento dovrebbe avere regole precise e trasparenti con un chiaro impatto sociale, economico e ambientale a livello locale e globale), la necessità di difendere le radici che legano la gente alla terra (200 difensori della terra uccisi nel 2016).

Al mattino, quasi 200 studenti delle scuole superiori e professionali hanno approfondito la questione del land grabbing, la situazione attuale, l'impatto e le prospettive per il futuro. È emerso fra l’altro che sempre più spesso i piccoli contadini e agricoltori perdono la loro unica fonte di sussistenza mentre le monocolture distruggono un prezioso e unico paesaggio naturale e culturale. A guadagnarci sono in pochi, è stato detto: i regimi corrotti e le grandi multinazionali. Nel pomeriggio circa 70 rappresentanti di organizzazioni attive nel settore della cooperazione hanno ascoltato cinque storie di altrettanti progetti di cooperazione allo sviluppo. Sono emerse come priorità nella cooperazione l’esigenza di sentire i bisogni delle popolazioni locali, gli scambi di conoscenze (nord-sud-nord ma anche sud-sud), il legame di fiducia reciproco e il bisogno di inserire gli interventi nell’ambito di partenariati territoriali in collaborazione anche con gli enti locali.

SH

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