Bolzano e la sua utopia del possibile

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Progetto di intercultura realizzato con l’Istituto “Delai” di Bolzano

“Bolzano e la sua utopia del possibile” si inserisce nella cornice di “NARRADICI – Progetti di narrazione per una cointegrazione radicale” ideato nell’ambito di Artclicks, laboratorio di progettazione interculturale organizzato da MAXXI -Museo nazionale delle arti del XXI secolo ed ECCOM - Idee per la Cultura, con il supporto della Fondazione Niarchos.
NARRADICI coinvolge diversi enti della capitale ed è rivolto agli studenti delle scuole superiori di età compresa tra i 16 e i 18 anni e intende costituire un format replicabile con lo scopo di realizzare una integrazione tra e con le diverse culture rappresentate dai diversi componenti delle classi scolastiche, in particolare quelle con presenza di studenti stranieri di seconda generazione, attraverso una riflessione condivisa sul concetto di “radice”, intesa come cultura di origine, di provenienza e di appartenenza di ciascuno di noi. La prima edizione del progetto, dal titolo “Storie, leggende, miti fondativi delle città attraverso le generazioni”, intende stimolare i partecipanti alla ricerca delle proprie radici, indagate attraverso le storie, le leggende e i miti legati ai luoghi di nascita e provenienza propria e della propria famiglia
Nel raccogliere e mettere a confronto le narrazioni emerse si intende favorire tra i giovani un processo di dialogo e conoscenza reciproca, di apprezzamento, valorizzazione e rispetto delle diverse storie e delle diversità di cui ognuno è portatore. Le storie possono mettere in evidenza non solo diversità, ma anche similitudine di percorsi, esperienze, speranze, modi di vita, emozioni, culture che superano le differenze etniche e avvicinano tutto il genere umano.

Il progetto

Il percorso “Bolzano e la sua utopia del possibile” rappresenta la declinazione di NARRADICI contestualizzata nel territorio della provincia di Bolzano.
Si esplorano le origini di Bolzano dal punto di vista storico scoprendone le connessioni con il mondo romano, così come si indaga sull’origine e la configurazione delle città e dei luoghi di provenienza dei partecipanti, per immaginare infine una Bolzano del futuro che possa rispondere ai bisogni dei ragazzi che partecipano al percorso, delle diverse comunità che abitano la città, per includerli in nuovi luoghi di appartenenza inter- e multi-culturale.
La elaborazione e la restituzione dei diversi momenti di ricerca e del lavoro sperimentale dei ragazzi si realizzerà avvalendosi di differenti linguaggi espressivi, come la narrazione scritta e parlata, il video, la comunicazione mediatica.

Luoghi

Museo Civico di Bolzano
Biblioteca culture del mondo
Centro Trevi
Teatro Comunale di Gries
In classe
Per le strade della città
Roma, MAXXI

Soggetti coinvolti

Ente proponente:

Ufficio Bilinguismo e lingue straniere, Ripartizione cultura italiana - Provincia Autonoma Bolzano
Referenti: Michela Benvenuti, Sara Cappello

In collaborazione con:

Ufficio Cultura, Ripartizione cultura italiana, referente Daniela Dalla
Intendenza Scolastica italiana- Servizi Pedagogici, referente Barbara Gramegna
Museo Civico di Bolzano, referente Stefan Demetz
Museo Pons Drusi
Biblioteca culture del mondo
, referente Mauro Di Vieste
Teatro Stabile di Bolzano, referente Walter Zambaldi, con la collaborazione di Marta Cuscunà, Chiara Visca, Marina Baldo, Armando Gobbi

Partecipazione di:

Istituto Tecnico per le Costruzioni, Ambiente e Territorio a Bolzano A. e P. Delai

Docenti coinvolti:

Prof. Marco Fontana
Prof.ssa Annamaria Guderzo

Beneficiari

  • Diretti: 2 classi di studenti
  • Indiretti: le famiglie, le comunità con background migratorio, l’intera città
  • Istituzioni ed enti coinvolti nella progettazione e nella realizzazione del percorso

Obiettivi

  • Educare alla cittadinanza in materia di giustizia sociale e politiche culturali come prescritto dalla Costituzione Italiana, artt. 2 e 3; dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ONU 1948; dalla Dichiarazione universale sulla diversità culturale, 'UNESCO 2001; dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, Parigi 2003; dalla Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società, 2005; dal Libro Bianco sul dialogo interculturale «Vivere insieme in pari dignità», Strasburgo 2008; dal Manifesto della cultura accessibile a tutti, Castello di Rivoli, 2012
  • Comprendere la complessità socio-culturale contemporanea attraverso l’acquisizione di conoscenze e competenze che ne aiutino una lettura consapevole
  • Promuovere la conoscenza delle varie culture, indagando la propria individualità o l’appartenenza al gruppo non in contrapposizione, ma in comunicazione con gli altri
  • Esplorare le origini di Bolzano dal punto di vista storico
  • Conoscere le origini familiari degli studenti, esplorando in particolare il mondo dei nonni
  • Raccogliere e produrre storie con diversi mezzi di espressione
  • Riflettere sulla multiculturalità nelle classi, comprendendo la provenienza da paesi e regioni d’Italia diversi
  • Avvicinare gli studenti agli strumenti pratici per la restituzione delle esperienze (video, interviste, Instagram) per svilupparne la responsabilità individuale, la partecipazione attiva, il senso di cittadinanza
  • Immaginare una città del futuro a misura dei desideri e delle esigenze di tutti
  • Mettere a disposizione l’esperienza alla scuola e alla cittadinanza

Metodologia e tempi

Novembre

Visita al Museo Civico: Punto di partenza del percorso è la Pietra miliare dell’Imperatore Claudio, simbolo della “romanità altoatesina”, conservata presso il Museo Civico di Bolzano, di cui verrà organizzata una guida dedicata; possibile visita libera a seguire.

In classe: sistemazione delle idee raccolte con brevi testi: alcune schede di lavoro (età romana, medievale, moderna)

Visita al Museo Pons Drusi, custode di straordinarie testimonianze di epoca romana del 1. secolo d.C., un edificio riccamente affrescato, probabilmente la base di un tempio o di un monumento.
Documentazione video delle esperienze

Dicembre - Gennaio

Visita alla Biblioteca culture del mondo: l’operatore bibliotecario presenta lo spazio con le sue offerte e propone una bibliografia dedicata ai paesi e ai temi emersi.

Incontri con le referenti del laboratorio teatro-storytelling e delle videoriprese per guidare la raccolta delle testimonianze (in forma scritta o video), affinché assumano una forma narrativa fruibile nel blog.

Raccolta delle testimonianze: i ragazzi raccolgono ricordi, storie e informazioni sulle città, sui luoghi, la famiglia e la cultura di provenienza per mezzo di interviste e/o video-interviste rivolte ai propri famigliari.

Attivazione account Instagram

#bolzanoelasuautopiadelpossibile
#utopiabz



Febbraio

Foto Daniele Borghello27 febbraio, Visione di “Il canto della caduta” di e con Marta Cuscunà all’interno della “Stagione Gries, Galleria Telser” curata dal Teatro Stabile di Bolzano.

28 febbraio, Laboratorio teatrale con Marta Cuscunà, Centro Trevi Bolzano

 

 

 


Aprile

Uscita in città per visitare e fotografare i luoghi maggiormente rappresentativi della Bolzano del presente

Incontri con la referente del laboratorio teatro-storytelling per la restituzione e il confronto sui luoghi prescelti e la produzione delle mappe “Bolzano del passato – presente – futuro”

Maggio

Proiezione del video documentale e presentazione dell’esperienza bolzanina in occasione della conferenza finale del progetto Artclicks.
Presentazione pubblica del progetto




Spettacolo teatrale

Teatro Comunale di Gries, 27 febbraio ore 20.30

IL CANTO DELLA CADUTA  di e con Marta Cuscunà

liberamente ispirato al mito del regno di Fanes
progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani

Marta Cuscunà, autrice e performer, ripercorre il ciclo epico ladino dei Fanes per portare alla luce il racconto di un’epoca antica in cui la presenza femminile è stata centrale nella visione del sacro e della struttura sociale. Secondo la cifra espressiva della Cuscunà, Il canto della caduta fonde tecnologia e mito, grazie alla presenza di dieci pupazzi meccanici. «Il mio spettacolo si propone di unire l'immaginario ancestrale dell'antico mito ladino del popolo di Fanes alle tecniche di animatronica, la tecnologia che utilizza componenti elettronici e robotici.»

Laboratorio teatrale

Foto Marina BaldoLe nuove tecnologie nel teatro, tecniche di animatronica dalla teoria alla pratica a cura di e con Marta Cuscunà, autrice e performer
“Il canto della caduta è ambientato sui Monti Pallidi. La leggenda vuole che la loro roccia sia così chiara perché i nani la avvolsero in una ragnatela di raggi di luna. La scienza dice che lo è perché è costituita principalmente dal minerale dolomite (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio.
Come rendere sulla scena una montagna bianca? Ci ho lavorato con Paola Villani e Marco Rogante e in una sera d'ispirazione ci sono tornate in mente le opere di Andreco, un artista che è stato spesso ospite a Centrale Fies. Era il momento di chiamare il nostro fabbro di fiducia Franco Righi per capire se quello che ci stavamo immaginando poteva essere realizzato concretamente. E così la nostra idea dei Monti Pallidi è diventata ferro.”

La mattinata di laboratorio con Marta Cuscunà si è svolta il giorno seguente la visione dello spettacolo da parte di un bel gruppo di studenti.
Incalzati dalle domande e stimolati dalla vivace personalità di Marta, i ragazzi hanno ripercorso i complessi accadimenti drammaturgici dello spettacolo, raccogliendo in parallelo le rivelazioni sulla progressiva realizzazione delle scene, fino alla loro versione finale.
Da un lato ancora oggi l’antichissimo mito ladino riesce a far emergere domande e riflessioni universali, come quelle sulla guerra e sui conflitti alla base dei rapporti economici e sociali, dall’altro, protagonisti indiscutibili dello spettacolo sono il progetto scenografico e la realizzazione dei pupazzi.
La scelta di proporre ai ragazzi questo spettacolo e il laboratorio proprio è motivata dalla convinzione che, assistere in scena alla particolare combinazione tecnico-drammaturgica per poi argomentarla dietro le quinte, potesse destare un interesse particolare da parte di ragazzi iscritti alla scuola per geometri.

Considerazioni finali

Il progetto nasce con l’intento di percorrere insieme ai ragazzi le tracce della Bolzano del passato e del presente attraverso la visita a diversi luoghi significativi della città, per giungere a immaginare una “Bolzano città del futuro” che risponda almeno in parte alla loro visione di società plurilingue e multiculturale in cui vivono.
L’idea originaria avrebbe previsto che i ragazzi realizzassero un progetto vero e proprio degli spazi urbani ripensati e riadattati in virtù dei semplici desideri, dei reali bisogni, o anche dei sogni emersi durante le visite in città, i momenti di riflessione e la raccolta di materiale. L’esperienza raccolta, il processo e il frutto del lavoro tecnico sarebbero stati presentati e argomentati dagli stessi ragazzi, preparati durante il laboratorio teatrale.
Di fatto, per diversi motivi, la fase progettuale vera e propria, nonché quella del laboratorio teatrale completo, non potevano essere attuate; si è optato quindi per un “prodotto finale” meno tecnico ed elaborato, ma più di contenuto e di significato. In quest’ottica si spiega la realizzazione delle mappe di Bolzano, collocate sulla linea del tempo “passato-presente-futuro”.
Al passato si è attinto con le visite ai due musei della città, con la raccolta personale e la condivisione delle memorie famigliari, e in parte anche con il mito di Fanes nello spettacolo di Marta Cuscunà. Il presente è lo stesso vissuto dei ragazzi nella Bolzano di oggi, mentre il futuro è ciò che ancora è possibile ipotizzare, desiderare e forse un giorno realizzare.
In corso d’opera ci si è gradualmente resi conto che un limite significativo, quanto interessante, sia stato credere che studenti di culture diverse avessero bisogno di un percorso di condivisione e conoscenza reciproca in senso “interculturale”, per arrivare a trovare punti di contatto, valori comuni e spazi di condivisione. In realtà ciò che i ragazzi vivono nel loro quotidiano è già di per sé una “scontata” immersione nella contaminazione e nella comunanza, riflessa nella musica che ascoltano, nei luoghi che frequentano, nel linguaggio che parlano. Sembra di poterne dedurre che il concetto di interculturalità a cui si affidano i “progettisti” adulti non corrisponda al reale vissuto delle giovani generazioni.
Al contempo si è rivelata l’importanza di significato che per i ragazzi ha avuto la raccolta di memorie e racconti famigliari, grazie al dialogo intessuto con i nonni e parenti, a riprova del fatto che riappropriarsi della storia delle proprie origini significhi anche arricchire e potenziare quella personale.  
La considerazione quindi più spontanea emersa in merito a questo percorso è che, quello che si riteneva un progetto puramente interculturale, di fatto si è rivelato soprattutto un processo di avvicinamento intergenerazionale. Altrettanto vero è che l’esperienza vissuta da parte dei ragazzi, seppure non sempre in modo consapevole, ha senza dubbio stuzzicato in loro la consapevolezza delle rispettive potenzialità espressive, nonché della necessità di una propria capacità critica impiegata in senso costruttivo. Molti di loro hanno sicuramente visto e conosciuto angoli storici della propria città che ignoravano, dettagli e aspetti che nel tempo contribuiranno a sviluppare un’idea più consapevole di una Utopia possibile per Bolzano.