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La miniatura persiana
Centro Trevi, via Cappuccini 28, Bolzano
Dal 21 febbraio al 21 marzo. Orario: tutti i giorni 10-12 / 15-19

miniatura

La miniatura in Iran si chiama “negargaré” è un'arte molto antica, è difficile dire quando è nata perché la maggior parte delle miniature è andata perduta nel corso di diverse guerre quando con il fuoco veniva distrutto tutto. Basandosi su reperti di vasi, piatti ornati con le miniature, si può affermare che esisteva già 2500 anni fa
Nel periodo preislamico l'arte della miniatura veniva utilizzata per decorare le pareti dei castelli dei re, 1400 anni fa per mano degli arabi vennero distrutte molte miniature, ciò che è rimasto si può ammirare nei musei ovunque nel mondo. Con l'avvento dell'islam e quindi la proibizione di raffigurare immagini di persone o di animali, i pittori più importanti sono emigrati in altri paesi (India e Cina) dove hanno continuato a loro attività di pittori.

Ci sono due periodi importanti nella storia della miniatura. Il periodo del “Teimurian” sotto i mongoli che avevano occupato l'Iran e incoraggiavano l'arte persiana da cui erano particolarmente affascinati, si interessavano non solo alla miniatura, ma anche alla musica e all'architettura. Così fu un periodo di grande rinascita per l'arte e in particolare per la miniatura.
Si ha un secondo periodo “Abbassiam” con il re Shaabbas che spinse gli artisti famosi del paese a lavorare nel suo “darbar”. Proprio nel castello si possono ammirare i capolavori del pittore più famoso del periodo, Reza Abbasi, gli artisti odierni si rifanno ancor oggi alle sue tecniche di pittura.
I miniaturisti usavano, e alcuni li usano tuttora, colori naturali che estraevano dalle piante o da pietre particolari, si usava molto anche l'oro e l'argento. Gli artisti costruivano pennelli e carte speciali.
Nella miniatura persiana non esiste la prospettiva e non c'è luce fissa proveniente da un punto determinato, è invece molto importante il modo con cui si formano le linee e come vengono dati i colori che devono essere perfetti, spesso vivaci e vanno accostati in modo che diano piacere all'occhio di chi guarda.
Oggi le miniature si dividono in “negargari” (le figure) e “tazhib” (decorazione), “tashir” (figure che vengono dipinte utilizzando un solo colore), “tarsi” (si usano sulle pietre), “gaomorg” (figure di fiori, uccelli e disegni per realizzare i tappeti).

Fereshteh Rezaeifar
E’ nata a Teheran nel 1973. Ha frequentato le scuole elementari e medie a Isfahan. A Teheran ha conseguito il diploma di maturità scientifica, successivamente ha conseguito il diploma di laurea in letteratura e lingua russa.
Durante la scuola secondaria si è avvicinata all'arte pittorica studiando sotto la guida di importanti maestri di pittura e calligrafia (arte tradizionale in Iran). Si è dedicata, frequentando accademie specializzate, all'apprendimento dell'arte della miniatura tradizionale persiana, partecipando ad alcune importanti mostre dove il suo lavoro ha suscitato l'interesse di esperti. E' convinta che l'arte della miniatura costituisca ancora oggi un tutt'uno con la tessitura di soggetti tradizionali (soggetti spesso ispirati alla letteratura classica persiana o a soggetti semplicemente decorativi) in quanto portatori di valori estetici e intrinseci universali. Continua tuttora a dedicarsi all'attività di pittura che rappresenta per lei un ambito stimolante e di rilevante interesse.
Nel 2001 ha seguito la sua famiglia in Italia ed attualmente risiede a Roma.

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