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Rivolte, cambiamenti e modelli culturali nel mondo arabo

Le popolazioni dei paesi arabi non sono più disposte a sopportare né le condizioni economiche né le condizioni politiche in cui vivevano da anni. Un ruolo centrale nei recenti accadimenti viene svolto dalla generazione giovane anche attraverso i social network e in particolare dalle giovani donne. Il punto sulla situazione è stato fatto nell’ambito del convegno dal titolo "Rivolte, cambiamenti e modelli culturali nel mondo arabo" organizzato dal’Ufficio Affari del Gabinetto della Presidenza, ieri, 5 dicembre a Bolzano.

A circa due anni dall'inizio delle rivolte arabe i partecipanti al convegno si sono interrogati sui possibili sbocchi futuri. La rappresentante dell'Ufficio Affari del Gabinetto Alexandra Pöder ha presentato il tema prioritario per le attività di educazione allo sviluppo e alla mondialità per il 2013-2014 sostenute dalla Provincia cioé  "Il diritto ad una informazione critica ed il ruolo dei media nel dialogo tra culture". Molte sono le iniziative di cooperazione sostenute dalla Provincia nei paesi nel Nord Africa e nel Medio Oriente, soprattutto in Palestina, in Libano, in Iran ed in Marocco.
Il sociologo Adel Jabbar ha tracciato gli scenari attuali sottolineando il ruolo dello spazio pubblico come luogo di dibattito, confronto e scambio di idee che per molti anni era rimasto monopolio dei regimi dispotici e quindi precluso alla maggioranza delle popolazioni. "È cambiato il clima di paura. La paura negli ultimi 50 anni ha paralizzato completamente le persone e la società. Questi movimenti hanno dimostrato che è possibile superare ed anche abbattere la paura. Questo è un dato straordinario. Un altro dato importante è che la piazza, i luoghi pubblici hanno ripreso a svolgere il ruolo di spazio pubblico di cui persone con idee politiche, sociali, economiche diverse usufruiscono e dove sono legittimati a reclamare pubblicamente i propri convincimenti."
Gianfranco Belgrano, giornalista presso l'agenzia di stampa Misna, si è soffermato sul funzionamento dei media in Europa evidenziando l'importanza della verifica delle fonti per evitare la disinformazione che può anche determinare scelte sbagliate.
Oujdane Mejri, un'attivista tunisina ha spiegato che persone come lei sentono finalmente il peso della propria soggettività e sono consapevoli del ruolo anche politico che possono assumere nella nuova scena politica. L'esperienza democratica dei paesi europei può ispirare la nuova classe politica nel suo paese - è quindi importante costruire dei ponti tra i paesi del Nord Africa e l'Europa. 
Aya Homsi, una giovane blogger, nata da genitori siriani, ha spiegato l'importanza dei social network che hanno permesso ai giovani come lei ad esprimere la sua opinione ed insieme a tanti altri diffondere notizie di prima mano sulla situazione molto critica in Siria, altrimenti difficilmente reperibili. Il suo è stato un appello a rompere il silenzio ed ad agire.
Infine, Rassmea Salah, una giovane italo-egiziana, si è soffermata sugli eventi recenti in Egitto e sulle prospettive per il futuro esprimendo le sue preoccupazioni per gli sviluppi nelle ultime settimane ma anche il suo ottimismo perche' un ritorno al passato ormai è impensabile. A colpire il pubblico è stato sicuramente l'entusiasmo e il forte impegno di queste tre donne per il rispetto dei diritti fondamentali da quello più elementare del diritto alla vita a quello della libertà di espressione o della parità dei sessi. (LPA)

SA