Provincia Autonoma di Bolzano | |
19 Ripartizione Lavoro |
II.1.: PREMESSA E IMPIANTO GENERALE DEL PIANO
Per la stesura del Piano, si propone un impianto generale in parte diverso dal precedente
- pur mantenendo la filosofia di fondo -, all'interno del quale dovranno trovare
collocazione le singole strategie pertinenti, ciascuna delle quali dovrà essere inoltre
risolta mediante la completa descrizione delle modalità della sua realizzazione.
L'elemento di maggior diversità rispetto alla composizione del precedente Piano discende
dalla convinzione dell'opportunità di una più puntuale articolazione e analiticità dei
suoi contenuti, ottenuta mediante un più evidente richiamo alla funzione (o al
significato politico-sociale) di ciascuna attività individuata; tale fattore può essere
declinato nella costruzione e nell'alimentazione di ciascuna cella della seguente matrice
(qui riportata per esigenze di chiarezza espositiva e per individuare i luoghi in cui
saranno in seguito inserite le specifiche strategie del Piano).
grafica non disponibile
Naturalmente non tutte le celle rivestono uguale importanza o conterranno indicazioni,
così come alcune di esse saranno ricche di molteplici obiettivi e di pluralità di
strategie.
E' opportuno inoltre chiarire con maggior precisazione il significato orientativo delle
dimensioni poste nel senso delle righe, prima di provvedere a tentare un primo elenco
ordinato degli obiettivi e delle strategie relativi a ciascuna cella definita dai criteri
di costruzione della matrice.
Con riguardo alla categoria A.1, per azioni di conoscenza si dovrebbero intendere
l'insieme delle attività di rilevazioni correnti e sistematiche che possono costituire la
base stabile dell'analisi aggregata dei fenomeni connessi con il mondo del lavoro; esse
dovrebbero indicare da un lato dinamiche ed evoluzioni in atto e dall'altro porre in
evidenza particolarità territoriali e settoriali meritevoli di attenzione propria;
parimenti, a questa categoria dovrebbero appartenere ipotesi di indagini occasionali e/o
fortemente mirate per esigenze conoscitive non ripetibili se non con cadenze poliennali o
sollecitate da avvenimenti imprevisti.
Di grande rilievo è, a nostro parere, la categoria A.2, destinata a stabilire approcci e
modalità di verifica degli stati di avanzamento e dei risultati delle singole strategie
avviate, come sistema di controllo, generale e dettagliato, della rispondenza delle
intenzioni al lavoro sul campo. Tale impegno, decisivo sul piano della filosofia
intellettuale, risulta peraltro complesso sul fronte operativo, in quanto la metodologia
della valutazione richiede soluzioni locali, circoscritte, funzionali a ciascun oggetto
posto sotto osservazione. A tale proposito converrà pertanto, in prima applicazione,
isolare quegli obiettivi e quelle strategie la cui riuscita possa apparire maggiormente
importante ai fini generali del Piano e sottoporre, pertanto, ad attività valutativa solo
questo sottoinsieme.
Con la categoria A.3 si fa riferimento alla possibile individuazione di modalità
integrative, a maggior tasso di penetrazione, di diffusione di informazioni, eventualmente
mediante prodotti differenziati, confezionati con riguardo alla molteplicità dei mercati
di uso dell'informazione. Ciò che si ha in mente è la possibilità di una produzione di
materiali informativi in funzione di specifici destinatari: gli amministratori, gli
operatori economici, le rappresentanze delle forze sociali, la popolazione nella sua
genericità.
Con la categoria B.1 si intende fare riferimento alle strategie che possono svolgere un
utile ruolo di mantenimento di condizioni favorevoli e di situazioni positive già
operanti nel mondo del lavoro, e per le quali, quindi, vadano preservati criteri di
rimozione di eventuali segnali di mutamento e parimenti vadano assicurate modalità di
sostegno e potenziamento di quanto già felicemente realizzato.
La categoria B.2 svolge la funzione di promuovere attività di innovazione delle
caratteristiche del mondo del lavoro, attraverso la comprensione delle tendenze
internazionali, la sperimentazione di nuove modalità organizzative, la messa a prova di
nuove procedure o soluzioni nello svolgimento di attività e/o di particolari tipi di
produzione e/o organizzazione del lavoro, capaci di favorire l'adattamento alle
trasformazioni e il potenziamento agli assetti produttivi.
La categoria B.3 è infine destinata a riconoscere quelle strategie che meglio si adattano
ad interventi per nicchie di problemi territoriali, settoriali e sociali che manifestano
irragionevoli distanze dal quadro complessivo della realtà provinciale.
All'interno di questo approccio generale è parso tuttavia utile individuare alcune azioni
dal valore strategico per l'interesse che possono assumere per l'intera attività del
Piano. Per opportunità d'esposizione di tali azioni, prevalentemente orientate a
sviluppare conoscenze di base da cui successivamente derivare più pregnanti e motivate
indicazioni operative, si fornisce ampia illustrazione in premessa alla presentazione dei
singoli obiettivi. In particolare, ciascuna azione viene descritta in apposita scheda e in
seguito ne viene richiamata l'utilità all'interno degli obiettivi per cui è giudicata
pertinente. Il senso di tale contributo risiede nella considerazione che nel quadro
sostanzialmente positivo del mercato del lavoro provinciale vadano compiuti sforzi per
mantenere sotto osservazione i processi evolutivi in atto quale prerequisito per rapidi
interventi, capaci di conservare la qualità delle performances del sistema; in
altre parole, si muove dalla convinzione che rafforzare le basi conoscitive sia misura di
politica del lavoro indispensabile e particolarmente idonea a rispondere alla specificità
provinciale, più segnata da fenomeni di debolezza accidentale che da condizioni
strutturali di inadeguatezza.
II.1.1.: Strategie d'interesse per l'intero Piano
Specificamente, si propongono quali azioni [ Nel seguito vengono utilizzate le seguenti
sigle, al fine di rappresentare in modo compatto obiettivi e funzioni delle azioni
proposte: F.P. : Obiettivo FORMAZIONE PROFESSIONALE; I.D.O. : Obiettivo INCONTRO DOMANDA
OFFERTA SUL MERCATO DEL LAVORO; N.F.L.: Obiettivo NUOVE FORME DI LAVORO; A.F.S. :
Obiettivo INSERIMENTO DI APPARTENENTI A FASCE SVANTAGGIATE. Qualora la sigla non sia
preceduta da uno di tali acronimi, si intende che si tratta di una azione di carattere
generale, trasversale a più obiettivi. Il significato delle cifre successive è il
seguente: A.1. : Azioni per la conoscenza; A.2. : Azioni per la valutazione; A.3. : Azioni
per la diffusione dell'informazione; B.1. : Azioni per il sostegno; B.2. : Azioni per lo
stimolo; B.3. : Azioni per il recupero di difficoltà. L'ultima cifra indica il numero
progressivo dell'azione entro lo stesso ambito entro ciascun obiettivo.] rilevanti per
l'intero Piano il seguente insieme:
A.1. Con rilievo per l'attività di conoscenza.
A.1.1. Promozione di uno studio sull'evoluzione delle Professioni, di carattere teorico e
prospettico.
A.1.2. Analisi della distribuzione per età degli occupati nei vari settori produttivi e a
conveniente scala territoriale sub-provinciale.
SCHEDA dell'Azione A.1.1.:
Promozione di uno studio sull'evoluzione delle Professioni, di carattere teorico e
prospettico
Finalità:
comporre un quadro organico delle politiche internazionali e in particolare europee
in materia di promozione del lavoro, per individuarne i possibili riflessi a livello
provinciale;
riconoscere e favorire la sempre maggiore e significativa presenza delle donne nel
mondo del lavoro in sede di interventi di politica del lavoro, di ricerche e di attività
informative;
considerare e dare forte peso all'analisi della situazione dei soggetti deboli sul
mercato del lavoro ed alle misure del loro inserimento lavorativo;
riconoscere le tendenze evolutive dei modelli di organizzazione del lavoro e della
struttura dei processi produttivi;
segnalare le possibili caratteristiche ed opportunità delle figure professionali,
in particolare di quelle a forte natura innovativa;
fornire chiare indicazioni per la definizione del piano operativo per l'attivazione
di corsi finanziati dal F.S.E.;
stimolare confronti e riflessioni con il mondo del lavoro, in ambito pubblico e
privato, per favorire più rapidi processi di adeguamento e inclusione delle nuove
tendenze nella realtà provinciale.
Destinatari:
a fianco dei Responsabili della Ripartizione Lavoro ai quali dovrebbe essere assicurata
una visione a medio termine dei grandi processi di trasformazione del mondo dei servizi e
della produzione, interessati a questa azione appaiono i Responsabili della Formazione
Professionale, chiamati ad agire con preveggenza e tempestività nella costruzione di
nuovi profili formativi, e le Associazioni delle categorie produttive e dei lavoratori, il
cui interesse è dato dalla necessità di adattare le proprie strategie al fine di
mantenere alti livelli di competitività nei mercati internazionali e a favorire percorsi
di aggiustamento e aggiornamento dei modelli e delle competenze professionali.
Le modalità realizzative:
tale studio può essere svolto attraverso due strategie operative:
1. l'affidamento di uno studio teorico, fondato sull'analisi della letteratura recente -
in particolare quella tradizionalmente più originale e innovativa rappresentata dalle
riviste specialistiche - e sull'esame delle trasformazioni in atto nei Paesi
economicamente più evoluti, ad un esperto della materia;
2. l'effettuazione di indagini Delphi su operatori economici provinciali e su operatori ed
esperti rappresentativi di una realtà territoriale più vasta, con lo scopo di
prefigurare scenari strategici.
Ufficio di coordinamento e responsabilità dell'iniziativa:
l'attivazione di tale iniziativa pare di diretta pertinenza della Ripartizione Lavoro e
specificamente dell'Ufficio del Mercato del Lavoro, che per questa via dovrebbe dotarsi di
visione di lungimiranza nella definizione delle proprie azioni programmatiche.
Forme di promozione e di coinvolgimento di altri attori sociali:
altri soggetti interessati all'iniziativa risultano essere:
a) Sottocommissione per il Piano Triennale che da tale materiale dovrebbe ricavare
indicazioni per il successivo Piano;
b) Responsabili della Formazione Professionale;
c) Associazioni di categoria e dei lavoratori;
in particolare essi dovrebbero: a) collaborare a definire più puntualmente le
finalità dello studio, le ipotesi e i paradigmi teorici di riferimento, la circoscrizione
dei settori da analizzare; b) selezionare i temi per l'indagine Delphi alla luce dei
riscontri ottenuti dallo studio teorico; c) promuovere le forme del dibattito attorno ai
risultati di entrambe le strategie operative previste.
La natura delle risorse necessarie:
si tratta prevalentemente di risorse finanziarie per l'avvio dello studio teorico,
peraltro non particolarmente onerose; l'indagine Delphi può essere invece condotta
direttamente dall'Osservatorio sul Mercato del Lavoro, se dotato delle competenze
metodologiche necessarie, o in alternativa affidato a opportuno istituto di ricerca.
Fasi temporali di realizzazione:
lo studio teorico dovrebbe anticipare le indagini Delphi e fornire gli elementi di
quadro per una sua corretta e completa progettazione, per cui dovrebbe essere svolto nel
primo anno del Piano;
l'indagine Delphi potrebbe avere cadenza triennale e in prima applicazione dovrebbe
essere svolta nella seconda metà del secondo anno del Piano, anche per costituire una
base di lavoro per la definizione del successivo Piano per le politiche del lavoro e della
Formazione Professionale.
I tempi, le forme e le responsabilità delle verifiche dell'azione:
La valutazione dell'iniziativa è di carattere prettamente qualitativo, e dovrebbe essere
affidata alla Sottocommissione per il Piano, alla fine del primo anno per quanto riguarda
lo studio teorico e alla fine del secondo per l'indagine Delphi.
Livello di priorità dell'azione:
Dal punto di vista del significato e dell'uso di tale iniziativa il livello di priorità
non risulta particolarmente alto, ma se si presta riguardo all'utilità strategica, ai
costi contenuti che richiede e alla modesta complessità della sua realizzazione, si
possono adottare ragioni per una sua attivazione.
SCHEDA dell'Azione A.1.2.:
Analisi statistica della distribuzione per età, sesso e reddito degli occupati nei
vari settori produttivi
Finalità:
E' un'azione che si integra con quella precedente nell'intento di prevedere (e quindi
programmare) i fabbisogni di personale a vari livelli di qualificazione che potranno
determinarsi nel breve-medio periodo. I dati vanno riportati ed analizzati distinti per
sesso. L'obiettivo specifico è quello di pervenire a misure sufficientemente valide
dell'intensità del turn-over che si potrebbe determinare per il solo effetto del fattore
età, come indicazioni utili a svolgere compiti di orientamento alle famiglie e a svolgere
funzione di segnalazione dei settori d'impegno per la Formazione Professionale.
Destinatari:
ambienti dei settori pubblici e privati;
famiglie;
responsabili della Formazione Professionale.
Modalità realizzative:
Uso mirato del patrimonio conoscitivo disponibile presso il Servizio Sanitario
Provinciale, attraverso un lavoro di lettura dei dati individuali già in possesso e
trattati secondo le finalità dello studio.
Ufficio o Organo di coordinamento e responsabilità:
coordinamento dell'Osservatorio Mercato del Lavoro con la collaborazione del Servizio
Sanitario Provinciale.
Risorse necessarie:
Ricercatorici e ricercatori con competenze informatiche e statistiche per il ricorso a
sistemi operativi e software già adottati dal Servizio Sanitario e per il trattamento di
grandi masse di dati.
Fasi temporali:
Una prima fase dovrebbe essere dedicata all'individuazione e alla classificazione dei
settori d'interesse e dell'eventuale scala territoriale per cui comporre l'analisi; essa
potrebbe essere a carico del Servizio Sanitario e dell'Osservatorio (2 mesi). La seconda
fase di elaborazione delle tavole della distribuzione per età degli occupati e delle
stime indicative dei tempi e dell'ammontare del turn-over possibile richiede
probabilmente tempi piuttosto difficili da definire; tuttavia si ritiene plausibile una
durata complessiva di un anno, con la presentazione di prodotti intermedi riferiti ai
settori giudicati a priorità più elevata.
Le verifiche:
Non esiste la possibilità di costruire misure di verifica se non relative al rispetto dei
tempi; peraltro sembra importante che venga costruito un programma sufficientemente
parametrizzato da consentire l'uso anche in epoche successive, ovviamente per le stesse
finalità e per l'opportunità di controllo nel tempo delle variazioni intervenute (ogni 4
o 5 anni).
Livello di priorità:
Per il significato orientativo che può assumere e per la relativa semplicità decisionale
che la deve accompagnare, pare che questa iniziativa possa avere alta priorità,
condizionata dalla disponibilità di un ricercatore adatto all'obiettivo.
A.2. Con rilievo per l'attività di valutazione.
A.2.1. Costituzione di un Nucleo di valutazione sullo stato di avanzamento del Piano che
affianchi dal punto di vista metodologico e operativo la Sottocommissione per il Piano.
SCHEDA dell'Azione A.2.1.:
Costituzione di un nucleo di valutazione sullo stato di avanzamento del Piano che
affianchi la Sottocommissione
Finalità:
raccogliere in modo sistematico le informazioni relative alle singole attività
proposte dal Piano;
fornire indicatori di monitoraggio e di risultato delle singole attività;
individuare ritardi, ostacoli, insufficienze nelle condizioni di esecuzione delle
attività del Piano;
segnalare forme di intervento riparativo di insufficienze e/o motivazioni per
l'eliminazione o il potenziamento di particolari strategie;
precostituire le condizioni per la valutazione finale dell'efficacia del Piano.
Destinatari:
Ripartizione lavoro;
Sottocommissione per il Piano;
Responsabili e operatori delle singole attività del Piano.
Modalità organizzative:
Costituzione di un piccolo gruppo di lavoro formato da operatori della Ripartizione
Lavoro, con l'ausilio di un esperto di tecniche e approcci valutativi, incaricato di
predisporre tempestivamente la griglia di osservazione e la natura degli indicatori di
misurazione delle singole attività del Piano.
Ufficio o Organo di coordinamento e responsabilità:
Dal punto di vista politico, l'organo responsabile dell'individuazione degli obiettivi e
delle categorie della valutazione è la Sottocommissione, che deve in sostanza fornire le
indicazioni sul merito e le priorità dei temi, mentre, dal punto di vista operativo,
l'organo responsabile è il gruppo tecnico per la valutazione che dovrebbe essere
costituito facendo riferimento a operatori dei tre Uffici della Ripartizione del Lavoro.
Natura delle risorse necessarie:
risorse interne alla Ripartizione Lavoro.
Fasi temporali di realizzazione:
progettazione, scelta degli elementi da osservare, stesura breve relazione.
Tempi, forme e responsabilità delle verifiche:
La valutazione del lavoro dovrebbe intervenire in tre fasi: a) dopo la stesura del
progetto di valutazione, con parere favorevole della Sottocommissione e della Ripartizione
Lavoro; b) dopo 6 mesi dalla sua attivazione, sempre dagli stessi organi, per esaminare la
qualità e la pertinenza delle informazioni raccolte; c) dopo la stesura del rapporto
annuale, per esaminare completezza e utilità.
Livello di priorità dell'iniziativa:
Al fine di controllare e intervenire tempestivamente durante l'effettuazione delle
attività del Piano e al fine di precostituire le condizioni per la sua valutazione
conclusiva e per la stesura del successivo Piano, questa azione pare ad elevata priorità.
A.3. Con rilievo per l'attività di diffusione.
A.3.1. Proposta di realizzazione di una relazione annuale sullo stato di avanzamento del
Piano.
Tali proposte sono dettagliate nelle schede che seguono.
SCHEDA dell'Azione A.3.1.:
Realizzazione di una relazione annuale sullo stato di avanzamento del Piano
Finalità:
estendere la conoscenza del Piano e del suo procedere;
attivare momenti documentati di confronto tra Enti e attori sociali;
accogliere indicazioni e reazioni su possibili riorientamenti del Piano;
testimoniare l'atteggiamento di autoanalisi connaturato al Piano.
Destinatari:
organismi politici;
responsabili e operatori delle attività del Piano;
Associazioni di categoria e dei lavoratori;
stampa e società civile.
Modalità realizzative:
essa potrebbe essere la sintesi ragionata della valutazione di cui alla precedente azione
e della verbalizzazione degli incontri della Sottocommissione.
Ufficio e organo di coordinamento e responsabilità:
Ripartizione Lavoro.
Natura delle risorse necessarie:
la redazione della relazione dovrebbe costituire naturale conclusione dell'azione del
Nucleo di valutazione.
Fasi temporali di realizzazione:
la redazione della relazione dovrebbe avvenire nel mese immediatamente successivo alla
conclusione di ciascun anno del Piano.
Tempi, forme e responsabilità delle verifiche:
la relazione dovrebbe essere approvata e varata dalla Sottocommissione per il Piano dopo
la presentazione fatta dalla Ripartizione Lavoro che ne ha piena responsabilità politica.
Livello di priorità dell'iniziativa:
pur non essendo materia di immediata utilità per il Piano, per gli effetti che può
conseguire nei livelli di attenzione e coinvolgimento dell'intera società bolzanina
l'iniziativa pare di elevata priorità.