Provincia Autonoma di Bolzano | |
19 Ripartizione Lavoro |
II.4. OBIETTIVO 3: Nuove forme di lavoro
Lo sviluppo di nuove professionalità, l' imminente legislazione
statale in materia di lavoro interinale e la sua specifica
applicazione in ambito provinciale; la sperimentazione di forme
di telelavoro (con riguardo particolare ad alcuni ambienti della
realtà provinciale e dell'amministrazione provinciale); la
sperimentazione di costituzione di incubatori per piccole e medie
imprese, rappresentano variabili strategiche alla cui
determinazione il presente Piano deve destinare osservazione e
sostegno.
Si tratta di eventi alla cui eventuale realizzazione concorrono
istituzioni, volontà e atteggiamenti di varia provenienza, e che
possono sfuggire per questa via, al dominio diretto ed esclusivo
di una politica di Piano; inoltre essi si possono concretizzare
solo nel lungo periodo, che oltrepassa quello previsto per il
presente Piano, occorre perciò predisporre condizioni per la
rilevazione e l'analisi delle eventuali loro genesi e
affermazione. L'attenzione va in particolare prestata a
considerare l'adattamento e la configurazione che possono
assumere questi nuovi sviluppi per essere di pertinenza e
utilità nella Provincia Autonoma di Bolzano, con la definizione
di accordi tra le normative generali e quelle locali.
In particolare, in questa fase storica, pare rilevante dare avvio
ad un primo osservatorio sull'affermarsi del meccanismo del
lavoro interinale, capace di esaminare la dimensione, la
composizione, le forme di regolazione e la natura degli effetti
nell'organizzazione produttiva. Parimenti di interesse è
l'osservazione di eventuali realizzazioni di modalità di
telelavoro sia nei settori privati che pubblici. In questa sfera
potrebbe risultare utile l'acquisizione di indicazioni, di
procedure, di documentazione sulle esperienze che si stanno
concretizzando sia in Italia che in altri Paesi.
A fianco di questa attività di vigilanza sull'evoluzione e sulla
trasformazione dell'organizzazione produttiva, il gruppo di
esperti e operatori consultati ha confermato la validità dei
sub-obiettivi riportati nel precedente Piano, che devono trovare
nel prossimo periodo ulteriore spinta e sostanziazione.
II.4.1.: Strategie d'intervento di
interesse per l'Obiettivo 3
Allo scopo si propongono le seguenti due schede operative: scheda
N.F.L.B.2.1.: creazione di un servizio informazioni e di
consulenza per inoccupati che aspirino ad un'attività autonoma;
scheda N.F.L.B.2.2.: sviluppo e promozione dell'idea cooperativa.
Scheda N.F.L.B.2.1.:
Creazione di un servizio informazioni e di consulenza
per inoccupati che aspirino ad un'attività autonoma
Finalità:
incentivare l'iniziativa dei singoli;
offrire prospettive alternative a occupati e a non
occupati;
promuovere nuove professioni anche nel settore delle
prestazioni sociali e della cura della persona.
Destinatari:
donne e uomini occupati insoddisfatti, precari, a rischio;
giovani inoccupati a vari livelli di qualificazione;
Uffici del lavoro, che dovrebbero avere piena conoscenza
delle opportunità offerte e delle modalità per utilizzarla
Modalità di realizzazione:
predisposizione di una relazione sintetica e orientativa
tratta dell'azione generale A.1.1., capace di segnalare aree e
settori di sviluppo di professionalità;
predisposizione di semplici materiali illustrativi per
l'avviamento di attività autonome;
Ufficio di coordinamento e responsabilità dell'iniziativa:
la Ripartizione Lavoro appare come l'organo più proprio per
promuovere e vigilare sull'iniziativa, avvalendosi eventualmente
di consulenti per la parte normativa e fiscale;
Forme di promozione e di coinvolgimento di altri Enti
(Istituti di credito):
va considerata l'ipotesi di avviare un rapporto con Istituti di
credito per facilitare la concessione di finanziamenti iniziali,
nel rispetto delle Leggi Nazionali e Provinciali vigenti e
assegnando una funzione di mediazione e garanzia
all'Amministrazione Provinciale; tenendo conto che ogni settore
economico ha proprie procedure e disponibilità di sostegno
economico a tali iniziative, tale eventuale opportunità potrebbe
essere assolta includendo negli opuscoli la specificazione dei
dispositivi cui ricorrere per accedere a finanziamenti; qualora,
tuttavia, non fossero previste forme di certificazione e
garanzia, esse andrebbero promosse;
campagna promozionale dell'iniziativa.
Natura delle risorse necessarie:
consulenza per la redazione dei materiali illustrativi;
seminario formativo per gli operatori delle Sezioni
circoscrizionali.
Fasi temporali:
6 mesi per la predisposizione degli opuscoli;
6 mesi (in parallelo) per la definizione dell'assetto
operativo e per l'individuazione della/e sede/i.
Tempi, forme e responsabilità delle verifiche:
alla Ripartizione Lavoro spetta il compito della verifica di
validità dei materiali istruttori predisposti; successivamente
va documentato annualmente il numero dei soggetti rivoltisi al
servizio, la natura e l'indirizzo produttivo delle intenzioni
manifestate, il numero di iniziative avviate e, qualora
possibile, il numero delle iniziative interrotte con attenzione
alla fase e alla condizione del momento.
Scheda N.F.L.B.2.2.:
Sviluppo e promozione dell'idea cooperativa
Tale iniziativa è integralmente disciplinata dalla Legge
provinciale n. 1 dell'8 gennaio 1993, che perviene ad un accurato
dettaglio di indicazioni operative, rinviando ad un regolamento
esecutivo la definizione di ulteriori specifici aspetti
realizzativi.
L'importanza dell'iniziativa richiede una sua maggiore
pubblicizzazione, una completa definizione del regolamento
esecutivo e l'attenta osservazione e valutazione dell' attività
che promuove. Per gli aspetti di competenza della Ripartizione
Lavoro e degli Uffici periferici del lavoro risulta tuttavia
importante dotarsi di strumenti di promozione e osservazione più
puntuali che potrebbero configurarsi nelle seguenti modalità:
determinazione semestrale dei soggetti
interessabili all'iniziativa;
analisi della loro collocazione territoriale, per
lo sviluppo di iniziative di contatto e integrazione;
predisposizione di opuscoli sulle normative che
vigilano sull'attività delle cooperative, sulle forme di
avviamento, sugli aspetti amministrativi, previdenziali, e
fiscali;
predisposizione di un gruppo di esperti e/o
possibili coordinatori (presso gli Uffici periferici del Lavoro)
di ausilio e consulenza alle cooperative composte da persone
svantaggiate.
Ufficio e organo di coordinamento e responsabilità:
oltre alla responsabilità diretta della Ripartizione Lavoro, va
forse costituita una piccola task force composta da un
rappresentante della Ripartizione, dalla consigliera per le pari
opportunità, dalla responsabile dell'attività in favore delle
fasce deboli e svantaggiate, incaricata di individuare in modo
coordinato i settori, i territori, le modalità organizzative, in
cui attivare l'iniziativa e di vigilare sulla sua
concretizzazione.
Natura delle risorse necessarie:
consulenza per la predisposizione dei materiali conoscitivi di
rilievo;
Fasi di realizzazione:
6 mesi per la predisposizione dei materiali e delle
condizioni di attuazione;
successiva messa a regime dell'iniziativa.
Tempi, forme e responsabilità delle verifiche:
anche in questo caso vanno documentate annualmente il volume, la
natura, la composizione, la durata delle iniziative, in rapporto
al volume dei contatti iniziali avviati; qualora possibile, può
risultare di un certo interesse misurare il volume di attività e
di produttività generato nonché i momenti di difficoltà e le
cause di interruzione. Questo compito potrebbe essere affidato
alla task force istituita, che dovrebbe trarre da tutto
ciò ulteriori elementi per la definizione di nuovi piani annuali
sulla materia.