Provincia Autonoma di Bolzano
  19 Ripartizione Lavoro

II.5. OBIETTIVO 4: Inserimento di appartenenti a fasce svantaggiate
Tale obiettivo dovrebbe essere in parte perseguito con le azioni specifiche descritte in precedenza e inoltre dai dispositivi di Leggi tuttora vigenti a protezione di questo segmento dell'offerta di lavoro.
Va peraltro mantenuto lo spirito del precedente Piano che intendeva favorire una forte attività di coordinamento tra i vari soggetti responsabili, mediante la costituzione di un apposito gruppo costituito da rappresentanti di vari organi competenti in materia.
Vanno quindi riprese le indicazioni là contenute, individuando il percorso politico di attivazione di tale gruppo, che dovrà essere guidato dall'impianto già delineato.
Gli strumenti mediatori:
FORMAZIONE PROFESSIONALE
apprendistato individualizzato;
inserimento nei corsi a tempo pieno;
riqualificazione;
• stage;
integrazione teorica nei contratti di formazione/lavoro;
corsi brevi
SERVIZIO INSERIMENTO LAVORATIVO
progetto osservativo addestrativo;
progetto d'assunzione lavorativa;
progetto d'inserimento lavorativo assistenziale;
concessione di un premio per minor grado di utilizzo (LP 20/83 e succ. mod.);
adattamento del posto di lavoro;
strumenti in base alla LP 39/92 (dopo passaggio alla ripartizione lavoro).
Il gruppo di coordinamento dovrebbe essere formato dai due Ispettorati, dal servizio di inserimento lavorativo, dai rappresentanti dell'orientamento scolastico professionale e dagli uffici provinciali competenti in materia di lavoro facendosi promotore del miglioramento della collaborazione e della proposta di nuove iniziative. Questa ipotesi di lavoro già messa a a punto nel precedente Piano, deve trovare soluzione operativa più convincente nel prossimo triennio, anche al fine di superare alcuni conflitti di competenza e alcuni disagi che si sono manifestati recentemente. Il principio dell'unità della persona e dell'unitarietà degli interventi, sul piano sociale, culturale, economico, assistenziale, ad essa destinati, deve essere la guida ad un operare ordinato ed efficace e costituire la premessa ideale per favorire sia i processi di formazione e di crescita di professionalità degli operatori, di tutte le Ripartizioni, impegnati in favore delle persone svantaggiate sia interventi coordinati ed integrati per rispondere ai loro bisogni complessivi.
A livello locale si costituiranno i gruppi tecnici composti da rappresentanti della formazione del servizio inserimento lavorativo, dai rappresentanti dell'orientamento scolastico-professionale nonchè dagli uffici del lavoro territorialmente competenti che dovranno attuare i singoli progetti di formazione e di inserimento. Il loro ambito territoriale dovrà coincidere con l'ambito dell'Ufficio del lavoro.
In sintesi questa mediazione si esplica con varie modalità:
a) consultiva, attraverso coinvolgimento dell'orientamento professionale per l'accertamento dell'idoneità e della propensione di persone con invalidità e persone svantaggiate;
b) economica, attraverso incentivi erogati alle aziende che assumono persone con invalidità (L.P. 20/83) o che stipulano un contratto di apprendistato con ragazzi con invalidità (D.P.G.P. 49/75) o che assumono persone iscritte nelle liste di mobilità (L.P. 24/87);
c) normativa, attraverso il collocamento obbligatorio di persone con una invalidità superiore al 45% in aziende con più di 35 dipendenti (legge 482/68); attraverso l'impiego temporaneo di disoccupati (L.P. 11/86) attraverso le opportunità offerte dalle leggi n. 223/91 e n. 56/87.
d) facilitativa, attraverso il comodato di attrezzature o macchinari che servono all'invalido sul posto di lavoro e attraverso l'eliminazione di barriere architettoniche;
e) formativa, attraverso corsi di formazione e di riqualificazione; attraverso contratti di formazione/lavoro o stage aziendali (L.P. 20/83, L. 863/84; L.P. 29//77, 40/92);
f) informativa, attraverso una serie di iniziative come la pubblicazione di opuscoli informativi, conferenze, produzione di filmati, ecc..
In particolare sulle proposte del precedente Piano, va organizzata l'effettiva sperimentazione sul collocamento obbligatorio di invalidi in parziale deroga alla Legge 482/68 e va potenziata l'azione facilitativa attraverso il comodato di attrezzature o macchinari che servono all'invalido sul posto di lavoro.

II.5.1. Strategie d'intervento di interesse per l'Obiettivo 4
Marcata conferma infine ha ottenuto la segnalazione dell'iniziativa di definizione di progetti specifici per lavori socialmente utili. Tale iniziativa ha riguardo per un concetto vasto di appartenenti a fasce svantaggiate ed è in parte normata dalla Legge provinciale 11 marzo 1986 n.11, che va utilizzata nella sua premessa per quanto concerne i disoccupati . Al proposito, di grande rilevanza appare una possibile iniziativa da avviare per favorire la disponibilità a lavori socialmente utili da parte di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni o in mobilità: una possibile azione potrebbe riguardare l'impegno di Comuni e di Enti interessati ad integrare con contributi finanziari, anche determinati in modo standard attraverso convenzioni quadro, le indennità attualmente previste, al fine di incentivare la partecipazione di tali lavoratori.
Nel frattempo una precipua azione di coordinamento può essere svolta dalla Ripartizione Lavoro attraverso una volontà di coordinamento e stimolo:
A.F.S.B.3.1.: Coordinamento di progetti per inserimento in lavori socialmente utili.

Scheda A.F.S.B.3.1.:
Coordinamento di progetti per inserimento in lavori socialmente utili
Attualmente su questa materia vigono una Legge statale (n. 223/91) d'interesse per lavoratori in mobilità o in cassa integrazione e una Legge provinciale (n. 11/86) di più agile applicazione destinata a lavoratori disoccupati. Negli anni recenti si è avuto modo di utilizzare principalmente la seconda, la prima contenendo alcune rigidità che ne hanno ostacolato l'applicazione. Anche in questo caso vale la pena ipotizzare il rafforzamento delle condizioni strutturali per favorire il ricorso ad entrambe le leggi, con semplici modalità organizzative.
Finalità:
definizione di un piano regolato degli interventi;
tempestività di organizzazione e risposta;
collegamento con gli Enti locali territoriali.
Destinatari:
lavoratori in difficoltà, mobilità e cassa integrazione;
Enti locali e altri Enti interessati.
Modalità di realizzazione:
circolare informativa agli Enti locali sulle principali possibilità d'impiego in lavori socialmente utili con riguardo a: ambito, durata, tempi di lavoro, dimensione dell'impegno, disponibilità a parziale sostegno finanziario (attività già svolta anche in passato);
costituzione di un gruppo di raccolta e sistematizzazione delle informazioni provenienti dagli Enti locali, dagli Uffici del lavoro e dai Consulenti per l'inserimento professionale;
definizione di criteri di priorità (per ambito e per tipo di Ente);
consultazione dei possibili lavoratori e organizzazione dei singoli progetti.
Ufficio e organo di coordinamento e responsabilità:
Ripartizione Lavoro che dovrebbe costituire il gruppo tenendo conto delle responsabilità pertinenti anche ad altri settori-servizi.
Fasi di realizzazione:
eventuale costituzione del gruppo (un mese) qualora la risposta degli Enti locali renda possibile l'iniziativa;
organizzazione del piano di attività annuale (un mese);
individuazione e selezione dei possibili lavoratori (un mese);
attivazione e controllo delle singole iniziative.
Tempi, forme e responsabilità delle verifiche:
una prima valutazione va compiuta sulla risposta degli Enti locali;
una seconda valutazione va fatta a seguito delle informazioni ottenute sulla disponibilità di lavoratori e di soggetti deboli e sulla possibilità di effettiva loro utilizzazione nei luoghi e per i compiti segnalati;
una valutazione annuale va compiuta sul valore dei progetti avviati e sulle modalità di loro realizzazione.
Un tema di significato strategico può intervenire nel dibattito politico e nelle prospettive delle politiche del lavoro nei prossimi anni.
A fronte del fenomeno del calo della natalità e del conseguente contrarsi del tasso di sostituzione della popolazione attiva, già ora si registra un sempre più intenso flusso di entrata da parte di cittadini comunitari ed extracomunitari. Tale situazione, che può presentare risvolti positivi sul piano economico, può talora generare condizioni di tensione tanto sul piano occupazionale che in quello sociale. Essa va pertanto tenuta sotto costante osservazione e, possibilmente, indirizzata e regolata. Già in questi anni, incontri sistematici con i rappresentanti dei settori produttivi hanno consentito di programmare, annualmente e stagionalmente, i flussi di entrata e l'intensità dell'inserimento occupazionale nei singoli comparti produttivi. Tale azione assumerà sempre più pregnanti significati nei prossimi anni, tanto, forse, da richiedere forme più istituzionali di definizione delle politiche, probabilmente coinvolgendo anche altre responsabilità pubbliche, responsabili di tematiche sociali collegate (abitazioni, salute, istruzione, ecc..).
L'analisi degli andamenti del prossimo triennio potrà segnalare pertanto l'opportunità di un approccio al tema più articolato e organico.
Al momento si può ipotizzare una semplice azione di vigilanza e regolazione del fenomeno così come si manifesta nella situazione attuale.

Scheda A.F.S.B.2.1.:
Attività di vigilanza e regolazione di flussi di entrata, annuali e/o stagionali, da parte di extracomunitari per motivi di lavoro
Finalità:
regolare le antrate in rapporto alla effettiva domanda di lavoro;
verificare il possesso dei requisiti necessari da parte di coloro che intendono offrirsi sul mercato del lavoro;
favorire la predisposizione delle condizioni di accoglimento per quanto concerne il rispetto delle norme sul rapporto di lavoro e per quanto concerne aspetti più generali di ordinata presenza nel territorio (abitazioni, protezione della salute, ecc..), ostacolando per questa via la possibile insorgenza di tensioni sociali;
Destinatari:
aziende e associazioni di categoria;
cittadini comunitari ed extracomunitari.
Modalità realizzative:
attivazione di incontri annuali con le parti sociali per la fissazione del fabbisogno di lavoratori extracomunitari; il numero del fabbisogno di lavoratori stagionali verrà stabilito con le associazioni dei contadini e del settore alberghiero.
raccolta sistematica delle informazioni relative al numero, alle caratteristiche, alla durata e agli esiti dei rapporti di lavoro instaurati, come premessa per una eventuale definizione del dimensionamento e dell'articolazione ricorrente nel tempo della domanda di lavoro.
Ufficio di coordinamento:
Ripartizione lavoro per l'individuazione e la classificazione del fenomeno nella sua generalità;
Risorse necessarie:
a carico dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro.
Forme delle verifiche:
controllo sull'osservanza del fabbisogno stabilito.

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